Agosto 14, 2023

Superbonus al 110%, corsa contro il tempo per i condomìni per non perdere l’incentivo più alto

superbonus

Il countdown è ufficialmente iniziato: è corsa contro il tempo per completare i lavori agevolati dal superbonus 110% entro il 31 dicembre. Con soli 145 giorni rimanenti, ferie comprese, per beneficiare dell’agevolazione che ammonta a quasi 12 miliardi di euro, i ritardatari rischiano di vedersi tagliare il bonus dal 110% (o 90%) al modesto 70%, previsto per le spese sostenute nel 2024. Questa riduzione potrebbe destabilizzare gli equilibri finanziari di molte operazioni, ostacolare il completamento dei progetti e dare origine a potenziali contenziosi. Nel frattempo, sorge la domanda: chi dovrà coprire la quota di investimento non più coperta dal bonus?

Nuovi Cantieri e la pressione del tempo

L’Ente Nazionale per l’Energia Alternativa (Enea) ha segnalato che gli interventi di riqualificazione energetica comunicati dal 2020 ad oggi sono stati completati in media al 73,7%. Questo dato evidenzia già le sfide di raggiungere l’obiettivo entro fine anno. Aggiungendo ulteriori sfide, i dati più recenti rivelano che ogni mese si aprono nuovi cantieri. Solo a luglio, si sono state le prime asseverazioni per quasi 3.700 edifici, possibile dopo aver raggiunto almeno il 30% di avanzamento. Va notato che questi dati non considerano gli interventi ancora più indietro o le opere antisismiche, che non rientrano nel monitoraggio dell’Enea.

Tuttavia, anche se nuovi cantieri si aprono, la questione finanziaria resta una sfida. Il mercato delle nuove cessioni è quasi completamente bloccato, e anche chi ha ottenuto una promessa d’acquisto deve affrontare l’incertezza dei tempi per la cessione del credito. Un rallentamento in questo processo potrebbe portare a tensioni e ritardi che mettono a rischio il cronoprogramma.

Regioni in ritardo e ritardi nei lavori

I dati Enea mostrano che alcune regioni sono più indietro rispetto ad altre nell’andamento dei lavori. La Campania, la Liguria e il Lazio si attestano rispettivamente al 64,5%, 64,6% e 66,1% di completamento degli interventi. In contrasto, il Trentino-Alto Adige è in una posizione più favorevole con un tasso di completamento dell’83,7%. Quest’area ospita anche la più alta percentuale di condomìni riqualificati, con il 3,1% degli edifici plurifamiliari censiti dall’Istat.

Tuttavia, gli addetti ai lavori sottolineano ritardi generalizzati e rallentamenti. Molti imprenditori hanno ancora crediti incagliati e, nonostante i progressi, si trovano in difficoltà finanziarie. La durata stimata per alcuni lavori rischia di allungarsi a causa della mancanza di liquidità. Per questo motivo, l’associazione dei costruttori sta chiedendo una proroga della scadenza del 31 dicembre, affinché i condomìni possano avere più tempo per completare le opere.

La complessità delle scelte

In questo scenario, molte strade si aprono per i condomìni. Alcuni stanno considerando la possibilità di rinunciare a interventi non indispensabili per ottenere il doppio salto di classe energetica. Questo può comportare modifiche nei lavori previsti e scelte difficili da comunicare ai condomini. Gli amministratori stanno anche affrontando richieste di lavori extra, ma la carenza di alcuni materiali o finiture potrebbe causare ulteriori ritardi. Una soluzione potrebbe essere il ritorno in assemblea per discutere varianti e aggiornamenti sull’avanzamento dei lavori.

Fonte: Il Sole 24ore