Agosto 7, 2023

L’azienda sostenibile: Sustainability Manager, investimenti e tecnologie per il futuro delle imprese

azienda sostenibile

Nell’attuale contesto globale, la sostenibilità sta diventando un aspetto centrale per le imprese. Non si tratta solo di adempiere a obblighi legali, ma di abbracciare un modello di business responsabile che considera gli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG) come parte integrante della strategia aziendale. Di conseguenza, la figura del Responsabile della sostenibilità, o Sustainability Manager, ha guadagnato sempre maggiore importanza nelle aziende, con un ruolo che si sta evolvendo e ampliando le proprie competenze.

Il ruolo del Responsabile della sostenibilità è ormai cruciale per rispondere alle esigenze delle imprese e dei loro stakeholder in termini di trasparenza, comunicazione e adozione di buone pratiche sostenibili. Secondo il Sustainability Career Compass 2022 dell’associazione Sustainability Makers, sempre più spesso, i Sustainability Manager diventano Chief Sustainability Officers (CSO), riportando direttamente al vertice aziendale, al pari di altre figure di top management. Inoltre, la struttura dedicata alla sostenibilità si sta ampliando e integrando diverse competenze e specializzazioni. Ciò ha reso necessario il ricorso a professionisti ibridi, capaci di unire competenze specialistiche con competenze trasversali, come quelle legate agli aspetti ESG.

Investire in sostenibilità per accrescere il tuo business: 4 motivi per iniziare

Investire in sostenibilità è diventato fondamentale per le imprese, poiché comporta numerosi vantaggi che influenzano positivamente il business. Questi quattro motivi dimostrano l’importanza di integrare la sostenibilità nei modelli di business:

  1. Vantaggio competitivo: Le aziende che promuovono prodotti sostenibili godono di un vantaggio competitivo sul mercato. I consumatori sono sempre più inclini a spendere di più per prodotti provenienti da aziende impegnate nella sostenibilità. Questo trend è confermato dal rapporto di Deloitte, secondo cui la maggior parte degli italiani preferisce acquisti mirati a ridurre gli sprechi e a consumare in modo oculato le risorse. Investire in tecnologie innovative legate alla sostenibilità per la gestione aziendale può portare ad un aumento del valore e del fatturato dell’impresa.
  2. Migliore accesso ai finanziamenti: Le organizzazioni che dimostrano un impegno concreto verso la sostenibilità hanno maggiori possibilità di accedere a finanziamenti e investimenti. Gli investitori e le istituzioni bancarie sono sempre più attratti da aziende che integrano criteri Esg e adottano tecnologie a basso impatto ambientale. Premiare il raggiungimento di obiettivi Esg e l’adozione di modelli di business innovativi diventa essenziale per sostenere la transizione verso sistemi economici più sostenibili.
  3. Fidelizzazione del cliente: La trasparenza e il mantenimento delle promesse riguardo alla sostenibilità costituiscono basi solide per una relazione di lungo termine con i consumatori, basata sulla fiducia reciproca. Diverse ricerche hanno dimostrato che l’impegno verso la sostenibilità influisce positivamente sulla fiducia dei consumatori verso le aziende, aumentando le intenzioni d’acquisto. La condivisione degli obiettivi e dei dati tra tutti gli attori della filiera è essenziale per costruire un rapporto di fiducia lungo la catena del valore.
  4. Migliore adattamento al mercato: Le imprese che riducono la loro dipendenza dalle fluttuazioni dei prezzi energetici possono ottenere vantaggi competitivi significativi. Conoscere in profondità la propria posizione di dipendenza da fattori esterni e investire per ottimizzare le operazioni aziendali diventa essenziale per allinearsi alla domanda del mercato e anticiparne le tendenze.

A fronte di queste opportunità, sempre più aziende stanno considerando l’importanza della sostenibilità e stanno adottando modelli di business che ne tengono conto. In Italia, sta emergendo la figura del Responsabile della sostenibilità o Sustainability Manager, un professionista con competenze specifiche per aiutare le aziende ad affrontare le sfide legate alla sostenibilità e ad adeguarsi alle normative nazionali e internazionali.

Infine, è importante notare che la formazione d’eccellenza nel settore della sostenibilità sta contribuendo a inserire sul mercato esperti preparati per supportare anche le Piccole e Medie Imprese (PMI) nella loro transizione verso un modello di business più sostenibile, ambientale e sociale. Questo rappresenta un passo significativo verso la creazione di un’economia più sostenibile e resilienti alle sfide ambientali e sociali del futuro.

L’importanza della biodiversità nel tuo business

L’importanza della biodiversità nell’ambito del business sta emergendo come una nuova frontiera per le organizzazioni in tutto il mondo. Sin dalle prime fasi di sviluppo, ogni economia fa affidamento sulle risorse ambientali disponibili. Le imprese operano all’interno di ecosistemi locali e globali, e le loro attività hanno inevitabili ricadute sull’ambiente, dalla produzione e lavorazione delle risorse fino alla gestione dei rifiuti.

Le attività antropiche, se non gestite in modo sostenibile, possono alterare gli equilibri delicati del capitale naturale e minacciare la biodiversità. Tuttavia, il settore privato può anche essere parte della soluzione per proteggere e valorizzare la biodiversità.

Negli ultimi anni, si è posto sempre più l’accento sulla necessità per le aziende di concentrarsi sulla biodiversità come strumento per assicurare un futuro sostenibile. Investire nella biodiversità porta vantaggi non solo all’azienda stessa ma anche alle comunità locali e all’economia in generale. Ad esempio, la transizione verso pratiche sostenibili può generare nuove opportunità lavorative, come i “Green collar jobs”, impieghi creati dalla transizione ecologica.

Inoltre, l’influenza e i capitali del settore privato possono contribuire in modo significativo alla conservazione, alla gestione sostenibile e al ripristino dell’ecosistema. Secondo un recente rapporto di Deloitte, otto intervistati su dieci provenienti da organizzazioni finanziarie a livello globale stanno considerando come rendere le loro organizzazioni “natural-positive”.

La valorizzazione del capitale naturale è diventata un elemento di grande attenzione anche tra gli attori del mondo industriale e finanziario, oltre alle istituzioni. La strategia europea per la biodiversità e la piattaforma europea per il business e la biodiversità forniscono spazi per il dialogo e la collaborazione tra organizzazioni e istituzioni per promuovere azioni concrete a favore della biodiversità.

In Italia, l’importanza della biodiversità è particolarmente significativa, con un alto tasso di specie animali e vegetali e una superficie nazionale che ospita ecosistemi vulnerabili o a rischio. La strategia nazionale per la biodiversità si allinea con gli obiettivi internazionali per proteggere e ripristinare gli ecosistemi entro il 2025.

Economia Circolare: il valore del riuso per le imprese

Nell’era dell’economia circolare, il riuso diventa un elemento fondamentale per ridurre lo spreco e promuovere la sostenibilità. Un sistema è veramente sostenibile solo se è capace di autorigenerarsi, trasformando i beni consumati in risorse da riutilizzare per creare nuovo valore. Secondo il Parlamento europeo, l’economia circolare implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.

Per le aziende, l’economia circolare significa adottare un approccio olistico che inizia dal design rigenerativo di prodotti e servizi, passa per la corretta manutenzione degli impianti (anche a scopo preventivo) e si concentra sull’efficienza nell’uso delle risorse per migliorare la produttività.

Tuttavia, secondo il Circularity Gap Report 2023 di Deloitte, c’è ancora molta strada da fare. Oltre il 90% dei materiali viene ancora sprecato o non è disponibile per il riutilizzo. Questo chiama a investire in una supply chain efficiente, in grado di recuperare e riutilizzare le proprie risorse, e a utilizzare strumenti digitali per rendere i processi produttivi e di distribuzione più efficaci.

Ma come possono le aziende iniziare? Il Knowledge Hub di Deloitte fornisce numerosi casi di studio di economia circolare che le imprese stanno adottando. Questi esempi vanno dall’utilizzo di materiali riciclati alla scelta di fonti energetiche rinnovabili, dal retrofitting e revamping (mantenimento e aggiornamento di macchinari e impianti) al ridisegno dei processi produttivi con l’obiettivo di risparmio energetico.

Inoltre, la raccolta, la sistematizzazione e la condivisione dei dati sulla supply chain consentono una piena tracciabilità dei prodotti, aumentando la trasparenza verso i clienti, aspetto sempre più cruciale per i consumatori attuali. In questa direzione, le certificazioni, come lo standard ISO 9001, possono aiutare a sviluppare un sistema di gestione della qualità in linea con i principi dell’economia circolare, fornendo maggiore valore e affidabilità ai prodotti e servizi delle aziende.


Le tecnologie digitali al servizio della sostenibilità: come ottenere i massimi benefici

Le aziende italiane stanno progressivamente abbracciando le nuove tecnologie dell’ICT (Information and Communication Technology) per digitalizzare i propri processi produttivi. L’Internet of Things (IoT), il Cloud Computing, la Blockchain, l’Intelligenza Artificiale, il Big Data e l’Advanced Analytics sono solo alcune delle soluzioni che possono sostenere le imprese nel raggiungimento dei loro obiettivi di sostenibilità.

L’ICT può contribuire a sviluppare un modello di produzione circolare, ottimizzando la gestione dei rifiuti e riducendo gli sprechi all’interno del ciclo produttivo. Sistemi avanzati di data analysis, spesso supportati dall’intelligenza artificiale, consentono di raccogliere informazioni preziose sulla quantità di materiale di scarto prodotto e sull’efficienza dei processi. Ciò permette di identificare nuove soluzioni basate sulla digitalizzazione di alcune attività, riducendo tempi e risorse impiegate.

Inoltre, la tecnologia IoT offre l’opportunità di ridurre i trasporti non necessari e di adottare fonti di energia rinnovabili, come le smart grid. Queste iniziative contribuiscono ad aumentare l’efficienza e a ridurre l’impatto ambientale delle operazioni aziendali.

Tuttavia, per ottenere i massimi benefici dalla digitalizzazione, è fondamentale valutare attentamente i rischi e gli effetti delle scelte di sviluppo ICT. Non tutte le tecnologie innovative sono adeguate per promuovere la sostenibilità. Dunque è importante integrare tali decisioni all’interno di una strategia aziendale olistica di riqualificazione dei processi, con un focus sulla sostenibilità.

Il mercato dell’Intelligenza Artificiale (IA) in Italia è in crescita, ma c’è ancora spazio per sviluppare e adottare nuove soluzioni. Solo il 6,2% delle imprese italiane utilizza sistemi di Intelligenza Artificiale, contro l’8% della media europea. Tuttavia, per le grandi imprese, questa cifra sale a una su quattro.

L’ICT può essere un motore per la sostenibilità, ma occorre una strategia ben strutturata per massimizzarne i benefici. Il futuro delle aziende è sempre più legato alla sostenibilità, e il ruolo del Sustainability Manager sta emergendo come fondamentale in questo contesto. Solo il 7% delle aziende italiane ha già adottato questa figura, ma chi l’ha fatto ha ottenuto risultati visibili e significativi.

Il Sustainability Manager è un professionista strategico che analizza in profondità le dinamiche aziendali. Il compito è quello di individuare punti di forza e debolezza in relazione agli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG). Questo professionista propone obiettivi misurabili a breve e lungo termine, in linea con le normative ambientali ed energetiche nazionali e internazionali.

Inoltre, il Sustainability Manager agisce anche come un attore sociale, coinvolgendo le persone interne ed esterne all’azienda per promuovere una gestione sostenibile della vita lavorativa e personale dei dipendenti. La Diversity & Inclusion è un altro capitolo rilevante in cui il Sustainability Manager si impegna. In particolare promuove un sistema di selezione e integrazione del capitale umano che valorizzi le competenze di ogni lavoratore senza discriminazioni basate sullo sfondo, il genere, l’etnia o l’età.

Il responsabile della sostenibilità: una figura in crescita

Le professioni legate alla sostenibilità stanno guadagnando sempre più importanza nel mercato del lavoro. Il Responsabile della Sostenibilità infatti è arrivato al secondo posto nella classifica delle 25 professioni in più rapida ascesa negli ultimi cinque anni su Linkedin.

Secondo i risultati del Sustainability Career Compass 2022, la maggior parte degli esperti in sostenibilità ha un background formativo in economia e management, ma negli ultimi anni c’è stata una crescente presenza di professionisti con formazione di tipo scientifico. Questi dati hanno spinto molte persone ad intraprendere percorsi di formazione post-lauream altamente specializzanti, come master in strategie di sostenibilità aziendale, comunicazione della sostenibilità, responsabilità sociale e change management.

Nel 2022, un numero sempre maggiore di professionisti ha frequentato master dedicati alla sostenibilità, sia tra gli operatori interni (15%) che tra i consulenti (23%). Questo trend è destinato a continuare, poiché il 74% delle aziende intervistate prevede un aumento del personale con competenze in sostenibilità nei prossimi anni.

Il lavoro del Responsabile della Sostenibilità offre interessanti prospettive retributive. Secondo i dati della survey di Sustainability Makers, il 31% dei responsabili guadagna oltre 100.000 euro annui. Mentre il 31% dei manager si colloca tra i 50.000 e i 70.000 euro. È interessante notare che le figure junior iniziano con una retribuzione media tra i 20.000 e i 30.000 euro (come dipendenti) o tra i 30.000 e i 40.000 euro (come consulenti). Considerando il crescente ruolo della sostenibilità nella progettazione aziendale, è probabile che la figura del Responsabile della Sostenibilità diventerà sempre più diffusa nelle aziende italiane.

La presenza di un Responsabile della Sostenibilità è fondamentale per garantire la corretta implementazione delle iniziative sostenibili e la loro integrazione all’interno della strategia aziendale. Questo professionista svolge un ruolo chiave nell’adottare un modello di sostenibilità a 360°, coinvolgendo non solo l’azienda stessa ma anche tutta la filiera produttiva. Ciò include logiche di co-creazione e condivisione per supportare anche le realtà più piccole e meno attrezzate nel loro percorso di trasformazione verso la sostenibilità.

Il ruolo strategico del sustainability manager nell’azienda sostenibile

Molte aziende oggi riconoscono l’importanza della sostenibilità e l’integrazione di una strategia ESG (Ambientale, Sociale e di Governance) nel loro modello di business. Tuttavia, per realizzare un vero cambiamento, è essenziale passare dalle intenzioni alle azioni concrete. Deloitte ha condotto un’indagine per esplorare come le aziende italiane gestiscono la sostenibilità e come si stanno strutturando internamente per farlo. Sono stati intervistati 500 C-level di aziende rappresentative del tessuto imprenditoriale italiano, insieme a 41 Responsabili della Sostenibilità di aziende con almeno 50 dipendenti.

Il progetto di ricerca ha analizzato gli strumenti utilizzati dalle imprese per implementare la loro strategia di sostenibilità, dalla redazione dei piani alle aree prioritarie per l’allocazione del capitale, dai KPI per valutare l’efficacia fino alla rendicontazione delle iniziative implementate. È emerso che la presenza di un Responsabile della Sostenibilità è spesso indicativa di una maggiore capacità di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’azienda.

Tuttavia, la figura del Responsabile della Sostenibilità non è ancora diffusa come potrebbe essere. Nonostante ciò, gli intervistati concordano sul fatto che questa figura diventerà sempre più rilevante in futuro. Per supportare le aziende nel costruire best practice in materia di sostenibilità, la ricerca di Deloitte approfondisce le competenze, il mandato e la struttura di governance del Sustainability Manager. Confrontando le aspettative delle realtà aziendali che ancora non hanno integrato questa figura con l’esperienza diretta dei Sustainability Manager in Italia, si vuole delineare un quadro chiaro delle potenzialità di questo ruolo strategico.

Il Sustainability Manager può svolgere un ruolo chiave nello sviluppo della sostenibilità e della competitività aziendale. La sua presenza all’interno dell’azienda può influenzare positivamente la realizzazione degli obiettivi ESG. La sostenibilità è ormai una leva fondamentale per il successo aziendale. Investire in figure professionali come il Responsabile della Sostenibilità può fare la differenza nel percorso di trasformazione verso un futuro sostenibile per le imprese italiane.

Fonte: Il Sole 24 ORE per Deloitte